
Un viaggio diverso da quelli fatti negli ultimi anni. Mi sono mancate le montagne, la fatica e il sudore, l’arrivare al limite delle proprie forze e lo stretto contatto con la natura. Tutte emozioni che solo i passi ti possono regalare.
Ho scelto una bici da trecking perché qui non servono i cambi della mountain bike e le ruote strette rappresentano un vantaggio, quando bisogna ridurre al minimo gli attriti sul terreno e fare velocità.
Eine andere Art der Reise als in den letzten Jahren. Ich vermisste die Berge, die Müdigkeit und die Erschöpfung, ans Limit gehen und den engen Kontakt mit der Natur. Alle Emotionen, die nur die Pässe mir geben können.
Ich habe mich für ein Trekkingrad entschieden, weil man hier keine Mountainbike-Schaltung braucht und die schmalen Räder von Vorteil sind, wenn man auf den lagen Geraden schnell fahren möchte.

Adesso ho capito perché queste sono zone di passisti. Strade dritte, battute dal vento. Bisogna tenere la testa bassa, trasmettere tutta la potenza sui pedali e tenere il ritmo anche sulle zone ondulate. Sui muri si può andare via di agilità ma sono tratti brevi e si superano abbastanza velocemente.
In fase di pianificazione del percorso mi sono ispirato alla “Stedenroute”, 340 km che collegano Amsterdam e Bruxelles, facendo una deviazione per Leuvren. Ho però voluto riadattare il percorso originale alle mie esigenze, in quanto volevo passare per Bergen op Zoom, lasciando fuori Rotterdam. Non avendo fatto sosta a Bruxelles, ho inserito Leuvren dopo la capitale belga.
Gerade Straßen, starker gegenwind gebeutelt. Man muss den Kopf unten halten, die ganze Kraft auf die Pedale übertragen und den Rhythmus auch auf den hügeligen Flächen beibehalten. Bei den Steigungen kann man mit Wendigkeit davonkommen: das sind kurze Strecken, die man recht schnell bewältigen kann.
Bei der Planung ließ ich mich von der “Stedenroute” inspirieren, die auf 340 km Amsterdam und Brüssel verbindet mit einem Abstecher nach Leuvren . Ich wollte jedoch die ursprüngliche Route an meine Bedürfnisse anpassen, da ich durch Bergen op Zoom fahren und Rotterdam außen vor lassen wollte. Da ich nicht in Brüssel anhielt, nahm ich Leuvren nach der belgischen Hauptstadt.

Ho scelto Aquisgrana come meta del mio viaggio perché volevo unire simbolicamente tre dei paesi che hanno contribuito, in maniera determinante, a far nascere l’Unione europea, tre paesi che si incontrano fisicamente nel Dreiländereck.
In un momento in cui l’Europa non gode di buona stampa e di buona salute ho voluto dare un piccolo contributo per cercare di difendere l’idea dei padri fondatori dell’Europa unita.
Con un semplice viaggio in bicicletta e con questa testimonianza, ho voluto provare a rafforzare, in maniera simbolica, un senso di appartenenza che, a mio modo di vedere, va strenuamente difeso.
Per mia fortuna non ho vissuto in prima persona il terrore delle armi e la distruzione delle bombe, ma ero un bambino prima ed un ragazzo poi, quando c’era la Guerra fredda. I confini segnavano una linea di demarcazione politica e culturale molto forte fra i vari paesi. In quel mondo non sarei potuto emigrare o, almeno, non avrei potuto godere di quei diritti e di quelle libertà che mi concede l’Unione europea. Ce lo vogliamo davvero dimenticare?
Ich habe Aachen als Ziel meiner Reise gewählt, weil ich drei der Länder, die entscheidend zur Entstehung der Europäischen Union beigetragen haben, symbolisch vereinen wollte. Drei angrenzende Länder.
In einer schwierigen Zeit für Europa wollte ich einen kleinen Beitrag dazu leisten, die Idee der Gründerväter eines vereinten Europas zu verteidigen.
Mit einer Fahrradtour und mit diesem Blog wollte ich einfach versuchen, symbolisch ein Zugehörigkeitsgefühl zu stärken, das meiner Meinung nach sehr energisch verteidigt werden muss.
Zum Glück habe ich den Terror der Waffen und die Zerstörung der Bomben nicht selbst erlebt, aber ich war ein Kind und später ein Junge, als es den Kalten Krieg gab. Die Grenzen markierten eine sehr starke politische und kulturelle “Trennlinie” zwischen den verschiedenen Ländern. In dieser Welt hätte ich nicht auswandern können. Nie hätte ich die Rechte und Freiheiten genießen können, die mir die Europäische Union gewährt. Wollen wir das wirklich vergessen?

Tornando al giro in bici. Io l’ho fatto ai primi di settembre ed un po’ in apnea ma si possono scegliere tranquillamente ritmi più blandi. In dieci giorni si possono fare più soste e ci si può concedere più tempo per visitare le varie città che si incontrano lungo il percorso.
Le previsioni meteorologiche non erano delle migliori e quindi ho preferito concludere il giro prima dell’arrivo del maltempo. Pedalare sotto l’acqua con queste temperature (al mattino c’erano 12 gradi) è una cosa da evitare. Io ho avuto la fortuna di godere quasi sempre di bellissime giornate di sole ma meglio farlo a luglio anche perché le giornate sono più lunghe.
Zurück zur Radtour. Ich habe sie Anfang September gemacht und bin ziemlich schnell gefahren, aber man kann langsamer fahren und mehr Pausen einplanen. In zehn Tagen kann mehr Zwischenstopps einlegen und sich mehr Zeit nehmen, um die verschiedenen Städte entlang der Strecke zu besichtigen.
Die Wettervorhersage war nicht die beste, und so zog ich es vor, die Tour vor Eintreffen des schlechten Wetters zu beenden. Bei diesen Temperaturen (morgens waren es 12 Grad) sollte man es vermeiden, im Regen zu fahren. Ich bin zum Glückhaft in der Sonne gefahren, aber Juli ist eine bessere Zeit, auch weil die Tage länger sind.

È un giro adatto a tutti, senza grandi difficoltà altimetriche. Attenzione solo a qualche discesa tecnica su qualche tratto di sterrato verso Maastricht, anche se (parlo per esperienza personale), eviterei i fuoripista e rimarrei sulle strade di campagna.
Un altro tabù sono le ciclabili belghe al fianco delle statali. Le corsie sono riservate ma sono un piccolo inferno a causa del rumore di un traffico fastidioso. Meglio optare per le stradine che attraversano i paesi che sono, in realtà, degli agglomerato di case. Sono praticamente deserte visto che sono utilizzate solo da chi ci abita.
L’altra faccia della medaglia di questo fenomeno è la mancanza di hotel. Nelle città non c’è problema ma nei paesini non ci sono negozi e bar, figurarsi alberghi. Bisogna programmare bene le tappe per evitare di arrivare in una zona di paesini dove non si trova da dormire. In tema di alberghi meglio mettersi il cuore in pace: prezzi alti e bassa qualità!
Diese Tour kann wirlich jeder fahren: es gibt so gut wie keine große Anstiege. Man muss nur auf einige technische Abfahrten auf irgendeinem Feldweg in Richtung Maastricht achten. Aus eigener Erfahrung würde ich Singletrails abseits der Route ausweichen und auf den Nebenstraßen bleiben.
Vermeiden sollte man auch die belgischen Fahrradwege an den Bundestrassen. Es gibt markierte Fahrspuren, aber der lästige Verkehrslärm ist höllisch. man fährt am besten durch die Dörfer. Diese sind eigentlich eine Mehrzahl von Häusern. Die Straßen sind praktisch leer, da sie nur von den Anwohnern genutzt werden.
Die andere Seite dieses Phänomens ist der Mangel an Hotels. In den Städten gibt es kein Problem, aber in den Minidörfern gibt es keine Geschäfte und Bars, geschweige denn Hotels. Man muss die Etappen gut planen, um zu vermeiden, dass man in eine Gegend ohne Unterkünfte ankommt. Wie sind die Hotels? Hohe Preise und niedrige Qualität!

Per concludere vorrei raccontare un episodio che mi ha fatto riflettere.
Quando sono in giro da solo mi trovo a disagio a stare seduto da solo a cena in un ristorante. Ad Anversa, gironzolando per il centro ho visto un posto con cucina etnica che offriva Finger Food. Posto da studenti e dietro il bancone c’erano solo ragazzi di colore.
Ho scelto una specialità marocchina ma dopo un quarto d’ora uno dei ragazzi del bar mi dice che è finita la salsa e che devo scegliere qualcos’altro. Vada per la Tortilla. Altro quarto d’ora ed arriva un altro ragazzo a dirmi che anche la Tortilla è finita. Non ricordo la terza scelta ma dopo dieci minuti arriva il terzo: “Scusaci davvero. È successo un caos ed hai dovuto aspettare più del lecito. Ti restituisco i soldi, mi sembra il minimo. Comunque visto che avrai fame ti abbiamo preparato qualcosa. Arriva in cinque minuti”. Promessa mantenuta. Mi arriva un piatto pieno zeppo di riso e verdure.
Zum Schluss möchte ich Ihnen eine Episode erzählen, die mich zum Nachdenken gebracht hat.
Wenn ich allein unterwegs bin, fühle ich mich unwohl, wenn ich allein in einem Restaurant zu Abend esse. In Antwerpen fand ich bei einem Spaziergang durch die Innenstadt eine Stube mit ausländischer Küche. Eine Studentenkneipe und hinter der Theke war nur farbiges Personal.
Ich habe mich für eine marokkanische Spezialität entschieden, aber nach einer Viertelstunde sagt mir einer der Jungs, dass die Sauce aus ist und ich etwas anderes bestellen muss. Dann eben Tortilla. Nach einer weiteren Viertelstunde kommt ein anderer Kellner: Auch die Tortilla ist aus. meine dritte Bestellung habe ich nun vergessen, aber nach zehn Minuten kommt der Dritte: “Tut mir wirklich leid. In der Küche war ein Chaos, und du musstest länger warten als erlaubt. Ich zahle Dir das Geld zurück. Es ist das Mindeste, was ich tun kann. Du bist sicherlich hungrig und wir haben etwas für Dich vorbereitet. Du musst nur fünf Minuten warten.” Versprechen gehalten. Mir wird ein Teller voller Reis und Gemüse serviert.

Le favole di Fedro avevano sempre una morale. La mia storia addirittura due.
Primo. Capita che le cose non girino a nostro piacimento ma spesso basta pazientare e non lasciarsi prendere dal panico e, guarda caso, le cose in qualche modo si sistemano da sole.
Secondo. È vero, ho dovuto aspettare ma i ragazzi si sono dati da fare. Hanno saputo improvvisare, mettendo insieme quello che era rimasto, e mi hanno sfamato con del cibo di ottima qualità. Avrei potuto mangiare a sbaffo ma avrei obbligato i ragazzi a rinunciare alla loro fonte di reddito. Non mi sembrava giusto e ho restituito i soldi a mia volta. Mi sono alzato dal tavolo con qualche euro in meno ma è il prezzo che ho, non solo fisicamente ma anche simbolicamente, deciso di pagare per poter vivere in un mondo più giusto e più equo.
Phaedrus’ Märchen hatten immer eine Moral. Meine Geschichte hat gleich zwei.
Erstens. Es kommt vor, dass die Dinge nicht so laufen, wie wir es uns wünschen, aber oft muss man einfach nur geduldig sein und nicht in Panik geraten. Dann passiert nämlich, dass die Dinge irgendwie von selbst sich regeln.
Zweitens. Es stimmt, ich musste warten, aber die Jungs waren sehr bemüht. Sie haben improvisiert und stellten zusammen, was übrig blieb. Am Ende habe ich ein sehr gutes Essen bekommen. Ich hätte umsonst essen können, aber die Jungen hätten auf ihre Einkommensquelle verzichten müssen. Das fand ich nicht richtig, und ich gab das Geld meinerseits zurück. Ich bin mit ein paar Euro weniger vom Tisch aufgestanden, aber das ist der Preis, den man auch symbolisch zu zahlen hat, um in einer faireren und gerechteren Welt leben zu können.
