Col du Galibier

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Oggi è il giorno del Galibier. 

Un mito, un passo dove si è scritta la storia del Tour de France. Non so perché ma, già da bambino, questo nome mi affascinava più degli altri. E adesso tocca me. 

Partendo da Avrieux in primi 20 km sono in discesa e quindi ho la possibilità di fare un buon riscaldamento. Quando inizio a veder le prime case di Saint Michel de Maurienne, capisco che è arrivato il momento e che mi aspettano una trentina di chilometri di salita. 

Heute ist der Tag des Galibier. 

Ein Mythos, ein Pass, auf dem die Geschichte der Tour de France geschrieben wurde. Ich weiß nicht, warum, aber schon als Kind faszinierte mich dieser Name mehr als andere. Und nun bin ich dran. 

Von Avrieux aus geht es die ersten 20 km bergab, und so kann ich mich gut aufwärmen. Als ich die ersten Häuser von Saint Michel de Maurienne erblicke, wird mir klar, dass es soweit ist und etwa 30 Kilometer Steigung auf mich warten. 

Con il suo nome leggendario, il Galibier ha offuscato il Col du Telegraph che viene spesso rappresentato come l’antipasto del cosiddetto „Galibier émasculé“. Non va però dimenticato che il fratello minore è comunque un un colle di prima categoria del Tour de France, con i suoi 11 km di salita e 850 metri di dislivello. 

La strada che porta alla stazione sciistica di Valloire è molto larga. Non ci sono pendenze assassine e quindi posso tenere un buon ritmo. Il bosco è abbastanza fitto e per le viste panoramiche devo attendere gli ultimi tre chilometri. Poco prima di arrivare in vetta intravedo la torre del telegrafo che da il nome al monte che sto scalando.

Mit seinem legendären Namen hat der Galibier den Col du Telegraph in den Schatten gestellt, der oft als Startpunkt des so genannten “Galibier émasculé” dargestellt wird. Der kleinere Bruder ist jedoch mit seinen 11 km Anstieg und 850 Höhenmetern immer noch ein erstklassiger Pass der Tour de France. 

Die Straße zum Skigebiet von Valloire ist sehr breit. Es gibt keine mörderischen Steigungen und ich kann ein gutes Tempo halten. Der Wald ist ziemlich dicht, und ich muss die letzten drei Kilometer abwarten, um die Aussicht genießen zu können. Kurz vor dem Gipfel erkenne ich den Telegrafenturm, der dem Berg seinen Namen gibt.

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Il passo è a quota 1.566 metri sul livello del mare. Dopo una breve pausa, riprendo a pedalare. I primi 5 km sono in leggera discesa e mi consentono di rifiatare prima di arrivare a Valloire, dove iniziano i quasi 18 chilometri di ascesa fino ai 2.646 metri del Galibier. 

Der Pass liegt 1.566 Meter über dem Meeresspiegel und nach einer kurzen Pause fahre ich weiter. Die ersten 5 km sind leicht bergab und erlauben mir eine Verschnaufpause, bevor ich in Valloire ankomme. Hier beginnt der fast 18 Kilometer lange Anstieg auf die 2.646 Meter des Galibier. 

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La prima metà della salita non è particolarmente dura e nemmeno molto spettacolare ma, arrivato ad uno spiano con un bar dove si fermano molti ciclisti e motociclisti, alzo lo sguardo e capisco cosa mi attende. Meglio fare una pausa con tanto di panino e bibita zuccherata. 

Die erste Hälfte des Anstiegs ist nicht besonders schwer und auch nicht besonders spektakulär, aber als ich ein Flachstück mit einer Bar erreiche, wo viele Rad- und Motorradfahrer anhalten, schaue ich nach oben und weiß, was mich erwartet. Ich lege lieber eine Pause ein und gönne mir ein Sandwich und ein süßes Getränk. 

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Riparto e dopo una curva a gomito di 180 gradi si inizia a fare sul serio. Tornanti e pendenze, in mezzo ad una vegetazione sempre più rada, a conferma del fatto che la quota inizia ad avere cifre importanti. Le energie sono ridotte al lumicino e a 3 km dalla vetta mi fermo per addentare l’ultima barretta di cioccolato rimasta. Mi siedo su una pietra ai bordi della strada e vedo il volto segnato dalla fatica dei tanti ciclisti che hanno deciso di affrontare questa sfida.

Ich fahre wieder los und nach einer 180-Grad-Kurve wird es ernst. Kehren und Steigungen inmitten einer immer spärlicher werdenden Vegetation sind der Beweis dafür, dass die Höhe langsam an Bedeutung zunimmt. Ich habe nur noch wenig Kraft, und 3 km vor dem Gipfel halte ich an, um in den letzten verbliebenen Schokoriegel zu naschen. Ich sitze auf einem Stein am Straßenrand und sehe in die müden Gesichter der vielen Radfahrer, die sich dieser Herausforderung gestellt haben.

Gli ultimi metri sono sofferenza pura. E forse è proprio questo il mito del Galibier. Le ultime durissime rampe da percorrere in un paesaggio lunare con le gambe ridotte ormai a pezzi. Il cartello regala una sensazione di liberazione, da un lato, e, dall’altro, di gioia indescrivibile per essere riusciti a vederlo con i propri occhi dopo aver fatto grondare l’ultima goccia di sudore sul manubrio.

Die letzten Meter sind ein einziges Leiden. Und vielleicht ist genau das der Mythos des Galibier. Ich fahre die letzten harten Rampen in einer Mondlandschaft mit kaputten Beinen. Das Schild vermittelt einerseits ein Gefühl der Befreiung und andererseits eine unbeschreibliche Freude darüber, es mit eigenen Augen sehen zu können, nachdem der letzte Schweißtropfen auf den Lenker geflossen ist.

Finalmente la strada torna a scendere.  

Endlich geht es wieder bergab.  

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Prima di entrare a Briancon percorro gli ultimi 8 km di discesa su un sentiero sterrato che mi permette di evitare la strada principale. Alcuni tratti sono lungo il fiume La Guisane. Proprio quando il paesaggio inizia a riempirsi di magia, incontro una signora anziana seduta su una pietra. Il capo è coperto da un ampio cappello ed il volto è seminascosto da occhiali scuri. Sembra essere in un’altra dimensione ma mi permetto di strapparla per un attimo dal suo stato meditativo. Mi racconta, in inglese, di essere una parigina e che, ogni anno, viene a cercare tranquillità e serenità in questi luoghi. Una fuga dallo stress della capitale per ritrovare l’equilibrio e la pace con se stessa. In qualche modo lo faccio anch’io, pedalando da una vetta all’altra. Lontano il più possibile dal caos. 

Vor dem Ortseingang Briancon fahre ich die letzten 8 km bergab auf einem Feldweg, der es mir ermöglicht, die Hauptstraße zu umgehen. Ich fahre entlang des Flusses La Guisane und als die Landschaft zauberhaft wird, begegne ich einer alten Dame, die auf einem Stein sitzt. Sie trägt einen großen Hut und scheint in einer anderen Welt zu sein, aber ich erlaube mir, sie für einen Moment aus ihrem meditativen Zustand zu holen. Sie erzählt mir auf Englisch, dass sie eine Pariserin ist und jedes Jahr hierher kommt, um Ruhe und Gelassenheit zu finden. Eine Flucht vor dem Stress der Hauptstadt, um Gleichgewicht und Frieden mit sich selbst zu finden. Irgendwie mache ich das auch, ich fahre von einem Gipfel zum anderen. So weit wie möglich vom Chaos entfernt. 

Soluzioni diverse. o forse uguali, per sfuggire dalla frenesia della vita quotidiana.

Unterschiedliche Lösungen. oder vielleicht die gleichen, um der Alltags-Hektik zu entkommen.

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