Col Saint Martin

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Per fortuna ho mangiato a sufficienza al mio arrivo a Saint Etienne de Tinée. Ho infatti prenotato una stanza in un B&B fuori dal paese. Una bella stanza in una casa enorme dove vive, insieme a due cani, chi mi ospita. Mi racconta che fa il cuoco e che abita al piano di sopra. La moglie lo ha lasciato da poco e quindi ha deciso di aprire questo B&B che offre una bellissima vista sulla montagne del Mercantour.

Sono andato a dormire presto, non avendo voglia di tornare al paese e mi sono alzato di buon’ora. Me la prendo con calma perché mi aspettano meno di 60 km con un’unica salita fino ai 1.500 metri del Col Saint Martin. Non sono lontano da Menton ma 140 km e due passi sono troppi per una tappa. Meglio prendersela comoda, anche perché un giorno in più o in meno non fa la differenza.

I primi 29 km sono tutti in discesa. Mi trovo nella valle del fiume La Tinée. Una valle stretta, una specie di canyon ma quello che mi colpisce sono i colori. Il cielo di un azzurro intenso e meraviglioso, impreziosito da un verde da incorniciare. È la zona del Parc national du Mercantour e la natura è la vera protagonista di questo angolo di Francia. Sono in mezzo ai monti ma in qualche modo si sente l’influsso del mare e dell’aria calda che arriva da sud. Un piccolo paradiso terrestre. 

A Saint Saveur faccio una piccola pausa perché fra 5 km la discesa finisce e dovrò lasciare questa bellissima vallata. 

Quando inizio la salita sono a meno di 500 metri sul livello del mare e quindi mi aspettano poco più di mille metri di dislivello distribuiti su 17 km. Nulla di impossibile anche se le prime rampe permettono di guadagnare subito quota. Il tratto più impegnativo è forse quello fra il 4° ed il 7° km nel quale si sale di circa 200 metri. 

Dopo una decina di km arrivo ai 1.000 metri di Valdeblore con le sue storiche frazioni: La Boline, La Roche e Saint-Dalmas. Le case di pietra mi riportano per un attimo con la mente sui grandi passi che ho scalato negli ultimi giorni. Fa una certa impressione pensare che sono quasi arrivato alla fine di questo mio viaggio!

A Saint-Dalmas vedo un cartello a cui non riesco a resistere: „Artisan Glacier“. Parcheggio la bici e mi accomodo in giardino con una bomba calorica fatto di tre palline di gelato sormontate da panna e cioccolato fuso. Sono pronto per gli ultimi 3 km di salita!

Fatta la foto di rito al cartello del passo, prendo la discesa che in in 10 km mi porta a Saint-Martin-Vesubie. 

Saint-Martin è la porta della regione del Parc national du Mercantour. Sono in mezzo ai monti ma Nizza dista solo una quarantina di chilometri. Essendo arrivato presto, ho tempo di gironzolare per il paese e scopro che a Saint-Martin dominano l’acqua e le fontane. Un rivolo artificiale è stato incanalato lungo la strada principale del paese e risale al 1.417. La Contea di Savoia ne autorizzò la costruzione per prevenire il rischio d’incendio dato che, allora le case erano costruite in legno. 

La sera sono fortunato perché, appena finito di cenare, faccio in tempo a rientrare in albergo che subito iniziano a cadere le prime gocce. Piove tutta la notte ma, al mattino, risplende un bellissimo sole. Ecco spiegato il verde meraviglioso di queste zone: sole di giorno pioggia la notte. Me lo disse una signora che vive nel Ticino, quando le chiese lumi sul segreto di un clima che consente alle palme di crescere in mezzo alle montagne. 

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